5 COSE DA SAPERE SUI FILTRI A CARBONI ATTIVI
I sistemi di aspirazione e filtraggio dei fumi di cucina sono un elemento vitale per le cucine industriali e per i ristoranti.
Qual è il migliore filtro per la purificazione dell’aria e l’eliminazione degli odori?
Oggi approfondiamo la questione dei filtri a carboni attivi.
Ecco 5 punti fondamentali per orientarsi nella scelta dei filtri a carboni attivi.
1. COME FUNZIONANO I FILTRI DEPURATORI A CARBONI ATTIVI?
I filtri a carboni attivi si basano sulla capacità meccanica di filtraggio del carbone minerale e vegetale.
Vengono utilizzate cartucce di granuli o cilindretti di carbone, poiché questo materiale ha una porosità molto elevata, in grado di catturare le molecole e le particelle odorigene disperse nell’aria e nell’acqua. Per avere un’idea, un grammo di carbone attivo ha una superficie che va dai 500 ai 2.500 m2, proprio grazie alla sua estrema porosità.
A seconda della struttura, del diametro, dello spessore e del tipo di carbone attivo presente nei filtri, variano le raccomandazioni d’uso, la velocità di filtraggio dell’aria, il tipo di particelle che vengono catturate e il loro diametro.
Questa tipologia di filtro è solitamente formata da una serie di diversi strati, ognuno dei quali agisce in modo specifico su una certa tipologia di elementi dispersi in aria o acqua da filtrare.
Generalmente questo filtro “stratificato” funziona come una serie di setacci che sottrae dall’aria particelle di dimensione decrescente.
Un primo strato trattiene le particelle più grandi, un secondo strato agisce su quelle più fini e un ultimo strato blocca le parti più sottili, responsabili degli odori (odorigene).
Per funzionare, l’aria va diretta forzatamente attraverso il filtro con una ventola posizionata ad hoc.
2. PERCHÉ SONO COSÌ DIFFUSI QUESTI FILTRI?
I filtri a carboni attivi sono molto diffusi per diversi motivi.
- Sono molto sicuri e facili da installare
- Non si rischiano incidenti data la loro composizione e il loro funzionamento meccanico
- Il loro utilizzo è economico poiché richiedono solo una ventola per dirigere l’aria al loro interno e il costo di rigenerazione o sostituzione della cella di filtraggio è contenuto
- Si adattano a diverse esigenze: non solo fumi da cucina ma anche aria inquinata da altri fattori (idrocarburi, sudore, fumo di sigaretta e altri composti organici volatili responsabili dei cattivi odori)
- Lavorano anche ad alte temperature, resistendo in medi anche a +50°C
Il rapporto costi/efficacia e la facilità di manutenzione ne fanno uno dei prodotti professionali preferiti in molte circostanze.
Un altro vantaggio dei filtri a carboni attivi che ne determina il largo utilizzo è la possibilità di riutilizzarli a seguito di adeguato trattamento.
I filtri a fine vita, impregnati di particelle estratte dall’aria o acqua filtrata, possono essere rigenerati o “riattivati” in diversi modi:
- riattivazione termica: con fonte di calore che distrugge il materiale filtrato a 800-900°C
- rigenerazione chimica: con reattivi o solventi che estraggono il materiale filtrato
- pulitura con flusso di vapore o gas inerte (ad esempio ozono) ad alte temperature
- rigenerazione biologica.
3. DOVE SI USANO I FILTRI A CARBONI ATTIVI?
Questi filtri vanno utilizzati quando è necessario depurare l’aria che emettiamo all’esterno di un ambiente o che facciamo circolare all’interno di un ambiente.
Ecco alcuni esempi di utilizzo:
- abbattere gli odori dei fumi e vapori delle cucine
- deodorare scarpiere, abitacoli, frigoriferi
- stabilimenti in cui si usano vernici e solventi
- aree logistiche importanti (aeroporti, strade trafficate)
- depurare l’aria in luoghi in cui avviene la decomposizione
- impianti chimici
- industria alimentare
- uffici e ambienti lavorativi, sanitari, scolastici, aeroporti
potabilizzazione dell’acqua
La versatilità dei filtri a carboni attivi deriva dalla possibilità di lavorare i granuli o cilindretti di carbone per esaltare le singole caratteristiche di filtraggio.
Una macro suddivisione dei principali componenti dei filtri si basa sulla dimensione e sull’origine del carbone.
Abbiamo quindi diverse categorie di porosità:
- nanopori: con diametro < 2 nm;
- micropori: con diametri compresi tra 2 e 50 nm;
- mesopori: con diametri > 50 nm
Abbiamo poi diversi formati industriali, che suddividono i carboni in minerali e vegetali (ad esempio ricavati dal guscio di noce di cocco), adatti per filtrare aria o acqua, con diversi livelli di attivazione (cioè di formazione di maggiore o minore porosità).
Alcuni siti particolari hanno esigenze di filtraggio estreme.
In questi casi si opta solitamente per filtri specifici che vanno individuati secondo le norme di sicurezza del settore di riferimento.
4. COME SI UTILIZZA UN FILTRO A CARBONI ATTIVI?
Un filtro a carbone è in pratica un ostacolo per l’aria, quindi è necessario che quest’ultima sia forzata ad attraversarlo con la spinta di una ventola.
Più lento è il passaggio di aria odorosa e fumi, più i filtri riescono a trattenere gli elementi dannosi, dando un’aria in uscita più pulita. La potenza della ventola, la sua dimensione e la velocità di rotazione, devono essere calcolate con precisione da professionisti del settore. I progettisti e gli installatori di ventole e filtri a carbone sapranno consigliare la potenza ideale delle ventole.
Seguendo i consigli dei professionisti si possono evitare due errori:
- niente sprechi: usare le ventole alla minima potenza utile per avere il risultato desiderato col minor lavoro possibile;
- aria più pulita: un impianto ben tarato funziona alla velocità ideale per avere una buona pulizia dell’aria filtrata in uscita;
- lunga vita delle ventole: le ventole non vengono sovraccaricate e non si usurano.
I parametri di dimensionamento servono per ottimizzare il lavoro di filtraggio tagliando gli sprechi. In modo speculare, i parametri di utilizzo dell’impianto filtrante vanno rispettati scrupolosamente per non sovraccaricare i filtri e la ventola.
5. COME OTTENERE IL MEGLIO DAI FILTRI A CARBONI ATTIVI?
I filtri a carboni attivi hanno una durata limitata della loro efficacia. Per questo motivo è bene limitare il loro lavoro all’effettivo bisogno legato alle esigenze della cucina.
Per ottenere il meglio dai propri filtri a carbone consigliamo di eseguire una installazione professionale e seguire i consigli di utilizzo.
Inoltre è bene pulire/cambiare i filtri in modo che la ventola non si sovraccarichi nel tentativo di spingere aria attraverso dei filtri intasati.
Va precisato che la capacità di filtraggio meccanico dell’aria si esaurisce quando tutti i pori sono stati occupati da una molecola odorigena, e che l’umidità incide negativamente sull’efficacia del filtro. Più l’ambiente è umido e più il filtro viene affaticato.
La capacità filtrante del singolo filtro dipende dal suo spessore, cioè un maggior numero di granuli possono catturare un maggior numero di particelle e tale spessore va ottimizzato per le esigenze specifiche del singolo ambiente.
Una consulenza professionale aiuta a scegliere quali sono i migliori filtri per soddisfare le specifiche esigenze di ogni sito.